Divertimenti Flegrei

Il ritorno nella Terra dell’Eden

Edenlandia, storico parco divertimenti, riapre dopo un passato di glorie e fallimenti.

di Claudio Morelli |

Correvano gli anni ‘30 dell’ottocento quando Leopoldo di Borbone arricchì il giardino di Villa Favorita a Ercolano con orchestrine, caroselli e montagne russe. Era lo spasso domenicale dei rampolli di corte. Edenlandia, invece, provvide ai figli del boom economico. Per realizzarla bastarono sei mesi di lavori: il parco inaugurò il 19 giugno 1965. Il sindaco era Ferdinando Clemente di San Luca e il Napoli di Pesaola mancava di poco lo scudetto. L’imprenditore Oreste Rossotto aveva visitato i parchi tematici della Disney negli Stati Uniti, rimanendone sbalordito, così decise di riproporne il modello nell’area flegrea. Quella napoletana fu una versione in miniatura ma riuscì comunque a mantenere il primato italiano fino all’apertura di Gardaland, dieci anni più tardi. Quasi mezzo secolo dopo le carte finiscono in tribunale. Nel gennaio 2013 il parco fu chiuso per consentire la ristrutturazione ad opera della società Brainspark, che aveva vinto il bando redatto per dare a quei suoli e quelle attrazioni nuova vita dopo il fallimento. Ma gli abusi edilizi presenti nella struttura costrinsero l’investitore a rinunciare all’offerta. La delusione della città si aggiungeva alle preoccupazioni degli impiegati e alla rabbia dei sindacalisti. La svolta arriva solo nel novembre del 2017, quando la GCR Outsider Holding, società capofila del Gruppo Vorzillo, acquisisce le quote di New Edenlandia Spa, dando inizio ai lavori di restauro coordinati dal progettista Giuseppe Klain. La riapertura, dopo otto milioni di euro di investimenti, arriva lo scorso 25 luglio.

Una serie di arcate, che riproduce la firma di Benito Mussolini, sovrasta l’ingresso della “Terra dell’Eden”. Furono costruite già nel 1937 per chiudere il perimetro della Mostra d’Oltremare. L’idea di creare un parco dei divertimenti in quell’area era già in auge durante il periodo fascista. Si accede da un lungo viale alberato. Tre euro con ricevuta per auto e moto, direttamente nelle mani del parcheggiatore; l’ingresso al parco, invece, è gratuito. Le urla provenienti dalle “attrazioni adrenaliniche” rimbombano nei piazzali, mentre i giovanotti si puliscono il muso dallo zucchero delle graffe, ciambelle giganti che emanano odore di vaniglia e friggitoria a qualche decina di metri. Casa Infante, marchio consolidato della pasticceria napoletana, promette la ricetta di trent’anni fa, rispolverata dagli archivi. «L’attesa è finita» recita lo slogan riprodotto sulle schermate dei social. Le giostre storiche aprono alla spicciolata, in attesa delle autorizzazioni prefettizie. Bisogna adeguare i progetti obsoleti alle nuove norme di sicurezza. Il Carosello appena inaugurato, però, è fermo già nel suo primo weekend di esercizio. «La ditta della manutenzione non lavora nel fine settimana» si giustificano i gestori. Di fronte un bruco carico di bambini passeggia su una ragnatela di rotaie al costo di due euro a persona. Nel frattempo i più grandi si aggirano per i viali alla ricerca delle emozioni che furono. Due trentenni scrutano attraverso il vetro della biglietteria all’ingresso del Maniero spaventoso. «È vietato allungare le mani altrimenti vi saranno mozzate» avverte il capo fantasma. Ma il pericolo è sventato dal cartello che copre la facciata: «Prossima apertura». Stessa promessa per il Castello di Lord Sheidon, un percorso tra galeoni, quadri parlanti e sfere di cristallo; per i Tronchi, un chilometro di rapide che annaffiano i passeggeri a bordo di canoe a forma di tronco d’albero; per Il Galeone Pirata, Le Beffe e La Vecchia America, una passeggiata su una Ford quattro posti che percorre una strada obbligata circondata da saloon, sceriffi e pellerossa.

Il tempo dei primati internazionali è ricordo del passato. La nuova Edenlandia è un festival di bancarelle di zucchero filato e marchi noti della ristorazione locale. Un “food and leisure park”, lo definisce la proprietà. Il programma promette la trasmissione in diretta delle partite di pallone commentate dal cronista tifoso Raffaele Auriemma e spettacoli di Tony Figo che propone, sulle reti Rai, scenette di un carabiniere intento in perquisizioni ambigue e plastici movimenti di bacino. Lo attende il palco del Gran Teatro, quattrocento posti al coperto dove una volta c’erano le montagne russe. Il Trenino, appena riaperto, offre un «viaggio fantastico per il mondo» (e per il parco), anche se un muro di bamboo impedisce sovente ai passeggeri di ammirare il panorama. Costo: tre euro. Ma la vista migliore dei quarantamila metri quadrati la offre la Eden Tower, un pilone di quaranta metri lungo il quale i coraggiosi precipitano nel vuoto. Nella cabina di controllo c’è Marco, che ha cominciato a lavorare a Edenlandia nel ‘79: «questo era un parco fallito e adesso è rinato». Sono cinquantatré i dipendenti riassunti a tempo indeterminato dopo un periodo di incertezza durato anni, tra reintegri parziali e battaglie sindacali, mentre gli ammortizzatori sociali si prosciugavano. L’attesa è finita, anche per loro.